Un giro sulla nostra pelle
Ciò che incontriamo di tangibile appena prendiamo contatto con il corpo di un individuo: lei, la pelle.
Confine e limite, ma anche luogo di incontro con l'altro e di scambio. Unisce un aspetto protettivo con uno comunicativo.
Non mi addentrerò nella filogenesi e nell'ontogenesi, ma solo che l'epidermide è la porzione in contatto con l'esterno, mentre il derma è posto al di sotto, la sostiene e la nutre (poiché in essa scorrono i vasi sanguigni di cui l'epidermide è priva!).
Nell'embrione, la pelle compare prima di qualsiasi altro organo di recezione: nel neonato occupa il 20% del peso totale (18% nell'adulto). Il cervello e la pelle funzionano come due specchi che si rimandano informazioni e confermano le informazioni raccolte. L'incontro e il contatto tra il corpo della madre e quello del figlio è un bisogno primario, un istinto di sopravvivenza più forte di quello della nutrizione. Per Winnicot le funzioni di una madre "sufficientemente buona" sono la holding e la handing, ossia il contenimento e la manipolazione. La relazione tra i due, prima ancora che di sguardi e sorrisi, è fatta di calore, di carezze, di odori.
Dove c'è relazione, il contatto non deve essere adesivo, perché deve lasciare uno spazio per lo scambio: la simbiosi è vissuta come soffocamento ("mi soffoca, mi sta sempre appiccicata").
La medicina antica conosce bene la differenza tra la parte superiore del corpo, sede prevalente degli aspetti razionali e spirituali, e quella inferiore, in relazione con gli istinti e la sessualità. Un'acne in volto, alla vista di tutti, avrà un'accezione diversa rispetto a quella sulla schiena, nascosta a sé e agli altri.
Nessun organismo può sopravvivere a lungo senza stimolazione cutanea proveniente dall'esterno.
"Il neonato dovrebbe essere allattato al seno materno quanto prima, e mai portato in una nursery né messo in un lettino a sbarre (...) Anziché in carrozzine, i bambini andrebbero trasportati sulla schiena della madre, o del padre, nell'equivalente del madai cinese o della pelliccia eschimese. Bisogna evitare di interrompere bruscamente le carezze." (A. Montagu)